Mirko Lagonegro di Digitalmde al Web Radio Festival 2017
Mirko Lagonegro, Founder & CEO presso Digitalmde, sarà tra i Relatori del Web Radio Festival 2017. In occasione della sua presenza abbiamo parlato con lui della sua nuova attività e del futuro della Radio.
D: “Dopo tanti anni di Radio hai recentemente fondato un’azienda Digitalmde, che si occupa di Audio Strategy: ci puoi spiegare cosa significa, quali servizi offrite e a chi vi rivolgete?”
“Siamo un gruppo di professionisti esperti in ambiti diversi – broadcast, business e tecnologia – focalizzati su un nuovo mercato denominato Digital Audio, che comprende i contenuti audio fruibili tramite dispositivi connessi alla Rete, cioè:
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lo streaming delle emittenti FM;
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le webradio;
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i servizi musicali on-demand;
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i podcast e i catch-up content (contenuti fruiti dopo l’originario orario di trasmissione);
Editori, Concessionarie ed Inserzionisti dovranno elaborare e dotarsi di una Digital Audio Strategy per rispondere alle sfide che si troveranno presto a fronteggiare e cogliere tutte le opportunità che si aprono dinnanzi a loro: DigitalMDE offre le competenze e le tecnologie per farlo.”
D: “Verso quale direzione ci stiamo muovendo?”
“La Radio che tutti conosciamo è la più comune forma di organizzazione e diffusione di contenuti audio, ma sebbene sia in ottima salute – e lo resterà per molti anni ancora, fortunatamente – oggi non è più l’unica.
Nuove tecnologie, nuove offerte di contenuti audio, nuove modalità di fruizione ed investimenti pubblicitari sempre più diretti verso l’ambito digitale, hanno avviato una vera e propria disruption dell’industria radiofonica mondiale: come già accaduto alla Stampa e alla TV, anche la Radio è incalzata dalla Digital Revolution.
D: “Quali sono le sfide principali a cui la Radio deve rispondere? Quali cambiamenti ci dobbiamo quindi attendere?”
“La prima è, indubbiamente, garantire alla Radio la rilevanza che ha oggi: al di fuori della “comfort zone” compresa tra gli 87.5 e i 108 è vitale farsi trovare con facilità dagli ascoltatori, e in questo nuovo contesto, anche per Brand affermati non è detto sia “automatico”.
Se guardiamo all’auto, dove la Radio – e l’audio in generale – sviluppa il 70% dei suoi ascolti, Apple CarPlay e Google AndroidAuto sono già disponibili su oltre 100 modelli, nel 2020 le connected cars saranno il 20% (alcuni ipotizzano addirittura 3 auto vendute su 4!) e già oggi l’uso di smartphone per ascoltare contenuti audio cresce in tutto il mondo: accedere ai classici tasti delle memorie dell’autoradio sarà sempre meno immediato.
Anche in casa, dove la classica radio FM è spesso già sostituita da altri dispositivi in grado unicamente di ricevere in streaming come gli speaker Wi-Fi e le SmartTV, la comparsa a breve dei cosiddetti Smart Speakers (Amazon Echo, Google Home e Apple HomePod) rivoluzionerà ulteriormente le abitudini di consumo di contenuti audio, come accaduto nei Paesi in cui sono già presenti.
In questo nuovo scenario competitivo crediamo che lo strumento più efficace per sostenere la rilevanza della Radio sia il cosiddetto aggregatore, un’unica app che “racchiude” la più ampia offerta di contenuti audio, lineari e on-demad, disponibile in un Paese; come è noto ne esistono già molti, ma noi non crediamo che sia sufficiente un approccio esclusivamente “tecnico” per contrastare efficacemente aziende dalle enormi risorse come Spotify, Apple, Amazon, Google e Facebook.
Siamo convinti che solo un’alleanza strutturale di quanti più player della radiofonia mondiale possa dotare la nostra Industria di standard tecnici comuni e di un approccio unificato verso i costruttori automobilistici, i produttori di devices e le Istituzioni.
Questa alleanza esiste e si sviluppa intorno a Radioplayer, l’aggregatore radio più utilizzato nel mondo: ne siamo i Partner esclusivi per l’Italia ed abbiamo avviato un confronto con tutti i soggetti di riferimento del settore per promuoverne l’adozione anche nel nostro Paese.”
D: “E allora il DAB? È una tecnologia sulla quale bisognerebbe investire secondo te?”
“Ogni Editore, potendo, dovrà rendere il proprio prodotto disponibile su tutte le piattaforme: gli Utenti saranno sempre meno interessati a sapere quale sia quella che distribuisce i loro contenuti favoriti, a loro importa che siano accessibili nel modo più facile ed immediato possibile; non è un caso che Radioplayer utilizzi la tecnologia HybridRadioDNS, che riceve e commuta istantaneamente i segnali ricevuti via FM, DAB o IP per garantire un ascolto ottimale in ogni situazione.”
D: “Si sente sempre più spesso parlar di Programmatic Audio. Puoi spiegare in parole povere ai nostri lettori di cosa si tratta?”
“La valorizzazione è la seconda sfida posta ai produttori italiani di contenuti Digital Audio: oggi possono vendere ed inserire, in modo automatizzato (ma sempre avendone il pieno controllo) spot audio posizionati all’inizio (preroll) e all’interno (midroll) dei propri contenuti; RadioMediaset ha già iniziato, e diversi altri Editori italiani saranno pronti a breve.
È una grande innovazione, tecnologica e culturale, grazie alla quale i broadcasters possono creare una nuova linea di ricavi, complementare al business tradizionale, che soddisfa la necessità degli inserzionisti di indirizzare la propria comunicazione pubblicitaria in virtù di dati quali localizzazione e caratteristiche demografiche e comportamentali degli Utenti, misurandone inoltre i risultati precisamente ed in tempo reale.
Questa nuova modalità di vendita della propria audience permette anche agli editori di una webradio o ad un podcaster indipendente di accedere a tali risorse economiche con un minimo investimento, ovviamente a condizione di avere un pubblico sufficientemente dimensionato e un contenuto di alta qualità.
La nostra società ė l’agente esclusivo di Triton Digital, leader mondiale in questo settore, ed offriamo la tecnologia, la formazione e i servizi con cui accedere a questo mercato, in costante crescita in tutto il mondo: nel 2020 oltre un quarto dei ricavi dell’Industria americana dell’audio proverranno dal Digital Audio, in Europa si stima che peserà per circa il 15% dei ricavi, a fronte di un comparto classico dall’andamento “flat”.
Attenzione, però: le differenze tra la vendita pubblicitaria tradizionale e quella di questo nuovo contesto sono notevoli: variano le logiche di vendita, cambiano le metriche – un esempio: non sono importanti le contemporaneità quanto piuttosto il numero di sessioni di streaming e la loro durata – sono presenti nuove attori, nuovi Regolatori e un nuovo lessico, insomma: c’è da investire e c’è da studiare, se si vuole trarne benefici.”
D: “In conclusione: mettendoci nei panni di un editore radiofonico tradizionale quali sono i passi da compiere per non restare indietro?”
“Uno scatto mentale, innanzitutto. Oggi non è più possibile considerare Radio solamente l’infrastruttura tecnica e umana che la produce, distribuisce e vende nelle modalità fin qui conosciute, ma lo è, altrettanto legittimamente, anche questo nuovo framework digitale: al di là dei cambiamenti tecnologici e comportamentali descritti, nessuno come “quelli della Radio” ha la capacità di creare contenuti audio in grado di connettere persone: questo è il loro vero valore.”
Speaker e Radio del Web fatevi avanti. Per partecipare al contest e diventare la Miglior Radio e il Miglior Speaker del Web basta iscriversi al Web Radio Festival.
Vi aspettiamo!